Coppia, sessualità e psoriasi inversa

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Visto che ci stiamo avvicinando a San Valentino usciamo leggermente dai nostri adeguati temi dedicati alla psoriasi e lasciamo alla nostra psicologa, la Dott.ssa Scarlatella parlare di dinamiche di coppia, amore e dintorni insomma.

Ora ti chiederai come sia collegata la psoriasi a queste dinamiche…

Bene ti diamo 3 motivazioni validissime:

  1. Come sai la psoriasi è una malattia con un forte impatto sulla vita emotiva e di relazione, soprattutto intima
  2. È vero anche il contrario, la psoriasi è fortemente collegata alla situazione emotiva, una vita affettiva piena e felice sono di grande aiuto nella gestione della malattia, mentre una vita conflittuale spesso impatta assai negativamente sulla manifestazione dermatologica
  3. Abbiamo visto che spesso il fallimento o il successo del programma è stato determinato dall’appoggio che si trova dentro le mura domestiche, nel senso di accettazione del percorso, sostegno e tutto ciò che ne deriva.

Ci teniamo che la tua vita affettiva sia al top, così come lo sia nella sua completezza, per cui lasciamo la parola a Claudia e speriamo che ti possa essere d’aiuto…

Ti preghiamo di leggere fino alla fine, dove parleremo delle dinamiche che la psoriasi inversa può creare, e soprattutto come si può avere la meglio su di esse

 

Coppia, sessualità e psoriasi inversa

In questi giorni mi è capitato di leggere sul gruppo un post sulla vita di coppia e la mancanza di desiderio sessuale, un tema delicato e più frequente di ciò che si pensa, sia nelle coppie giovani che meno giovani.

Comprendo pienamente la frustrazione e le emozioni contrastanti che possono accompagnare questa fase nella vita intima di coppia e che spesso annientano anche i migliori propositi per risolvere e superare le difficoltà. Mi chiedo però se la mancanza di desiderio sessuale non sia accentuata anche da pensieri e credenze sessuali spesso sbagliate.

Partiamo da una premessa: siamo sicuri di conoscere davvero le modalità di sviluppo e le tappe evolutive di una coppia? Accettiamo il fatto che la coppia non è un’entità statica ma è in continuo cambiamento? Siamo consapevoli degli eventi che portano ai cambiamenti nella vita di coppia?

Il calo del desiderio può avere varie origini e provocare differenti conseguenze, è importante quindi poterlo considerare nella sua complessità e non banalizzarlo.

Per comprendere meglio le varie componenti della mancanza di desiderio penso sia fondamentale conoscere le diverse fasi che accompagnano la vita di coppia, poiché la coppia non è un’entità statica ma in continuo cambiamento ed evoluzione proprio come lo è l’amore di cui si nutre e vive.

 

1a Fase: L’Innamoramento

L’innamoramento è una dimensione molto particolare ed eccitante, quando siamo innamorati siamo sognanti, romantici e un po’ folli: pensiamo che colui o colei che abbiamo incontrato sia il migliore, il più bello, il più intelligente, il più gentile, il più dolce ed il più affabile. Sogniamo e dipingiamo una realtà “ovattata” con le nostre attese, speranze, sogni e desideri.

Siamo “accecati dall’amore” poiché la spinta della passione, dell’attrazione, della componente ormonale, offusca la nostra capacità di vedere davvero l’altro nella sua globalità.

Il tempo di durata dell’innamoramento, varia da coppia a coppia, solitamente va dai 12 ai 18 mesi ma è importante sapere che l’innamoramento piano piano si attenua ed è naturale e sano che sia così poiché deve prendere spazio qualcosa di nuovo e di diverso all’Interno della coppia.

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2a Fase: La Disillusione

Per molte coppie passare dall’innamoramento alla fase della disillusione rappresenta un momento di passaggio molto delicato, non sopportano la perdita dello stato estatico dell’innamoramento e molti pensano di non amare più l’altro o si sentono inadeguati poiché hanno smesso di pensare solo a lui, perché la realtà ha tolto quel velo d’illusione da mille e una notte.

Dall’illusione dell’innamoramento in cui il nostro partner è perfetto e grandioso ci svegliamo e fatalmente ogni partner della coppia si delude: ci accorgiamo che di fronte a noi abbiamo un essere umano con numerosi difetti, che spesso non ci sa ascoltare, che vuole sempre avere ragione, che non c’è mai quando abbiamo bisogno, che non sa cucinare, che è rude e poco affettuoso, e così via.

In termini tecnici, siamo entrati nella fase della disillusione.

Spesso in questa fase cade anche il desiderio sessuale insieme all’idealizzazione. 

La disillusione è una fase necessaria e non è necessariamente la fine di un rapporto, anzi!

La disillusione ci riporta coi piedi a terra, ci permette di vedere sotto una luce diversa la persona che abbiamo di fronte, ci porta a farci delle domande che quando si è nella fase dell’innamoramento non ci poniamo neppure, come: amo realmente questa persona o amo l’immagine che mi sono creata di lui o lei? Ci sto davvero bene insieme? Potrei sopravvivere senza di lui? Lo stimo? Condividiamo gli stessi valori?

Se a queste domande rispondiamo di sì, dalla delusione del “Accidenti, quanti difetti ha il mio compagno” passiamo alla disillusione: “Ok…il mio compagno ha un sacco di difetti, ahimè non è Patrick Dempsey ma per mia fortuna ha molti altri pregi”.

Uscendo dall’illusione, superando la delusione, ci si accorge che insieme agli aspetti positivi che ci sono, che tengono in piedi la relazione, che ne fanno vedere il bene, ci sono aspetti negativi di cui prendere coscienza; aspetti negativi che però non danneggiano la relazione, ma la colorano di umanità, la rendono più reale.

Questo passaggio è fondamentale nella vita di una coppia poiché rende la coppia matura e in grado di confrontarsi con la realtà, mette la coppia nello stato di poter compiere nuovi passi, nel riconfermare giorno per giorno la scelta di stare insieme.

È importante sottolineare che la disillusione non è rassegnazione: la rassegnazione è passiva, la disillusione invece, ci fa vedere la vita in modo reale e ci mette nella condizione di appoggiarci sulle cose positive per meglio affrontare quelle che non vanno bene e modificarle insieme.

È ovvio pensare che nella fase dell’innamoramento la sessualità è molto vivace e il desiderio molto alto e, a meno che non ci siano problematiche particolari, i ritmi e la passione sono spesso travolgenti.

L’altro è il soggetto delle nostre fantasie, lo pensiamo continuamente, a volte anche a discapito di altre nostre occupazioni, desideriamo passare il tempo solo con lui/lei e ci manca quando non c’è.

Lo abbiamo provato tutti: dopamina in circolo, attrazione alle stelle, vogliamo solo fare l’amore, appena è davanti a noi lo desideriamo, ci eccitiamo e…ça va sans dire!

Ma dopo un po’ di tempo? Dopo che conosci il tuo partner bene? Dopo che ci passi tanto tempo insieme? Dopo che inizia una convivenza?

 

3a Fase: La Vita Insieme

“Il desiderio per accendersi esige una distanza, una lontananza dal suo oggetto. È quello che distingue l’immagine erotica – che è sempre almeno un po’ vestita -da quella brutalmente pornografica – che riproduce in primo piano la meccanica in atto degli organi genitali. Il desiderio erotico non si mobilita dalla vista della nudità, ma solo dalla nudità intravista. È necessario che il corpo sia un po’ coperto, abbigliato, vestito per poter apparire davvero nudo. Per questa ragione un dettaglio scoperto del corpo è assai più attraente che la vista di un corpo nudo nella sua interezza.”

I tabù del mondo”, Einaudi, Torino 2017, p. 94

L’attrazione agisce quando vi è distanza, quando la distanza si annulla anche la forza attrattiva non agisce…una semplice legge della fisica.

Partiamo da questa considerazione perché è importante comprendere che stando insieme ed aumentando esponenzialmente la nostra vicinanza si abbassa l’attrazione e non perché non ci piacciamo più o non ci soddisfiamo ma per il naturale evolvere delle cose.

Nella vita di coppia, mano a mano che andiamo avanti, si aggiungono tante altre componenti che acquisiscono valore e occupano spazio: pensate al mettere su casa, all’arrivo dei figli, ma anche alla vicinanza affettiva, alla complicità tra i partner che si sviluppa sempre più, all’affrontare problemi e così via.

Se non consideriamo questi aspetti, non possiamo affrontare la problematica del calo dell’eros nella giusta prospettiva e pensare alle giuste soluzioni.

 

Vi propongo ora vari scenari di mancanza di desiderio per poter essere più specifici e più chiari.

 

4a Fase: Tanti Modi di essere Coppia

  • La coppia simbiotica

Un saggio di nome Kahlil Gibran scrisse parlando della coppia e dell’amore: “Ergetevi insieme, ma non troppo vicini: poiché il tempio ha colonne distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.”

In queste parole vi è la base dell’attrazione: insieme nella costruzione, nel portare avanti la stessa visione di vita, nel supporto e nel sostegno, e distanti, persone autonome, che mantengono la propria individualità, che hanno spazi differenziati, che possano ancora incontrarsi proprio perché sono distanti.

Per la coppia simbiotica questa dimensione non esiste. Questo tipo di coppia la riconosci facilmente: fanno tutto insieme, hanno gli stessi interessi, le stesse opinioni, gli stessi valori, quasi mai si scontrano perché è inimmaginabile pensarla in modo differente, non possono nemmeno pensare di poter vivere senza l’altro. Gli spazi individuali si annullano via via che il tempo procede, nel loro spazio difficilmente entra aria fresca, sempre e solo IO e TE.

All’inizio questa simbiosi genere molta relazione sessuale ma col tempo questa indifferenziazione annulla il bisogno, il desiderio di fondersi nell’altro: lo sono già tutto il tempo ed è per loro molto confortevole, stanno bene.

Il prezzo da pagare è la propria autonomia, la propria individualità, il proprio spazio.

Questa modalità di stare insieme copre dei bisogni primari che l’individuo non ha riempito e crede di non poter colmare da solo.

Perché? Perché prima di essere partner di una coppia, l’individuo è individuo.

Cosa può essere l’esperienza remota di adulti che trovano nella simbiosi la loro forma d’amore?

La possibilità più diretta è aver visto la coppia dei propri genitori funzionare così; se questo è il vostro caso, sappiate che a livelli profondi vi portate dentro questa immagine che volente o nolente condiziona il vostro vissuto di oggi: solo se simbiotica una coppia è una coppia di amore.

Di solito i bambini nati da una coppia simbiotica si sentono tagliati fuori da quel grande amore, vivono una situazione di separazione, esclusione, rifiuto.

La dose di amore che i genitori normalmente riversano sui figli, a questi bambini è negata, o perlomeno è inferiore al bisogno.

Stando così le cose, il bambino sperimenta un grande vuoto che “pensa” sarà possibile riempire solo incontrando l’anima gemella.

L’altro grande scenario si verifica se il genitore non rompe piano piano la simbiosi col bambino.

Bimbi che sperimentano l’amore solo nella relazione esclusiva, profonda col genitore, andranno alla ricerca della stessa forma una volta adulti.

Per dare un esempio: una madre che vive solo per il figlio, che lo innalza a “senso della vita”, che trova in lui la soddisfazione che forse le manca col marito, non aiuta il bimbo a separarsi da lei; in più spesso il padre è assente e non adempie al suo compito di aiutare il bambino a individuarsi.

Questa separazione la devono portare avanti gli adulti, perché il bambino nella simbiosi sta bene, ha tutto quello che desidera, tutti i suoi bisogni primari sono soddisfatti, e da adulto cercherà la stessa “cuccia” confortevole a scapito del proprio essere adulto.

 

  • La coppia accuditiva

Essere accuditi, sostenersi sono bisogni primari dell’uomo e della donna.

Quando questi aspetti nella vita di una coppia prendono il sopravvento, può succedere che il desiderio sessuale cali senza drammi.

È un’esperienza comune a molte coppie, soprattutto in quelle in cui entrambi i partner hanno avuto un’infanzia in cui hanno sentito la mancanza di cure parentali, in cui non hanno percepito abbastanza amore, sufficiente accudimento e così, una volta adulti, cercano e offrono ciò che è mancato.

Questo scenario è il più tipico, può però anche succedere il contrario: la forma di amore sperimentata nell’infanzia era solo quella della cura e nei nostri circuiti cerebrali è “il prendersi cura e l’essere curati” la sola forma di amore riconosciuta.

Nella coppia questa dimensione è importante ma se diventa la matrice principale promuove una sorta di inibizione sessuale.

Il prendersi cura e l’essere accudito caratterizzano la relazione adulto/bambino, relazione nella quale ogni impulso sessuale viene annullato.

Nella coppia accuditiva, al sesso si sostituisce la tenerezza, all’erotismo l’affettività.

In questo modo i partner trovano una gratificazione profonda, una gratificazione però che annulla il loro essere adulti, il loro essere davvero una coppia.

La gratificazione sperimentata però è illusoria perché non rispecchia il vissuto del momento ma colma bisogni infantili e crea dipendenza dall’altro.

 

  • La coppia preoccupata

Non è difficile in questi tempi essere preoccupati per qualche cosa, la vita ci offre molti motivi per esserlo.

La preoccupazione può allertarci su possibili pericoli e renderci pronti a dare risposte adeguate ma quando il preoccuparsi è uno stile di vita, dobbiamo iniziare a preoccuparci della nostra preoccupazione.

La preoccupazione innesca meccanismi neuronali e ormonali di risposta al pericolo che inibiscono ogni altro impulso, incluso quello sessuale.

Quando si è costantemente in allerta non vi è possibilità di rilassarsi, di distogliere la mente dalle preoccupazioni, di creare uno spazio tra i partner dove il piacere possa sgorgare.

Lo stile di vita preoccupato si forma nella prima infanzia, può basarsi sulla semplice assimilazione del comportamento genitoriale o anche sul vissuto del bambino di non essere protetto a sufficienza e quindi di essere in pericolo di fronte alla vita. Per queste persone è davvero difficile sentirsi al sicuro, potersi fidare di un’altra persona, poter abbandonarsi e non pensare.

La ripercussione sulla vita di coppia è rilevante: non ci si fida nemmeno della persona scelta come partner d’amore, nella coppia non si riesce a trovare un luogo di conforto e sicurezza, spesso ci si preoccupa anche dell’altro, di cosa potrebbe fare o di cosa potrebbe accadere.

Se poi il partner è simile a noi nella dinamica preoccupata, questa dimensione prende il sopravvento su tutto, e addio alla sessualità.

Guardare e cercare di risolvere questa situazione è necessario e non solo per il benessere della coppia ma anche per il singolo individuo: vivere in uno stato di preoccupazione costante è rischioso per la salute oltre che per lo scarso piacere che viene concesso alla propria vita.

 

  • La coppia umiliante 

Oltre a sentirsi amata, una persona ha bisogno di sentirsi stimata.

Amore e stima sono presupposti indispensabili per una sana relazione di coppia: accanto all’attrazione deve esserci ammirazione e fiducia nell’altro, l’investimento sessuale, così come quello affettivo, si basano sulla stima, sempre.

Fare l’amore, provare piacere significa abbandonarsi, lasciarsi andare in modo totale, perdersi nell’altro.

Se sentiamo che il nostro partner non ci apprezza o peggio ci ferisce e ci umilia con critiche e frasi sprezzanti, sarà poi difficile abbandonarsi a lui.

Può capitare l’inverso, cioè essere noi a non stimare e apprezzare il nostro partner per ciò che è e umiliarlo, anche in questo caso il desiderio viene a mancare: privato da quella componente indispensabile che è la stima reciproca, il desiderio scompare anche se il rapporto di coppia viene portato avanti.

Ci sarebbe da aprire un universo su questo tema ma per non dilungarci troppo, segnalo solo l’importanza di approfondire le dinamiche che tengono i partner in relazioni basate sulla disistima: capire perché ci si lascia trattare in quel modo; comprendere perché si è così sprezzanti; esplorare le dinamiche che stanno alla base di coppie “sadiche” e spesso violente.

Senza un adeguato rispetto di sé è quasi inimmaginabile potersi rapportare all’altro in maniera costruttiva, sana, fiduciosa.

Il disprezzo di noi ci tiene legati in relazioni che fanno male, ci fa sentire di non meritare altro, ci impedisce di apprezzare ciò che è altro da noi.

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  • La coppia conflittuale

Un noto detto, per nulla veritiero, recita così: “L’amore non è bello se non è litigarello”.

Al di là della fase di innamoramento più strutturalmente passionale dove con l’adrenalina scatenata dal litigio si attivano reazioni chimiche che risvegliano il desiderio sessuale, nelle altre fasi della coppia la conflittualità non aiuta una sana relazione sessuale.

Le dinamiche messe in atto dalla coppia umiliante rappresentano spesso l’esperienza che si ritrova anche nella coppia conflittuale: una caduta di stima e il sentirsi in parti opposte della barricata.

Il conflitto di per sé è parte integrante di un rapporto di coppia, siamo persone distinte, con idee nostre, con visioni della vita a volte differenti ma la cosa importante è saper gestire il conflitto e non cadere in una modalità di relazione conflittuale: se il conflitto la fa da padrona non vi è lo spazio sicuro dove una buona sessualità può manifestarsi.

In questa tipologia di coppia si evidenzia la differenza con cui Uomo e Donna si rapportano al sesso.

UOMO: “…i circuiti maschili dell’amore ricevono un impulso supplementare quando i livelli di stress sono alti. Dopo un’intensa prova fisica come ad esempio la corsa o un allenamento intenso, i maschi con più probabilità avranno rapporti sessuali poiché la loro eccitazione subirà un’impennata. Al contrario, le donne sotto tensione respingeranno avances o espressioni di affetto e desiderio.”

DONNA: “Per provare soddisfazione in un rapporto sessuale, una donna ha bisogno di trovarsi nello stato d’animo giusto. Prima di fare l’amore, tra i partner deve instaurarsi un’atmosfera di tranquillità e armonia, lontana da ogni sorta di irritazione: la collera è una delle cause più comuni dei problemi di calo del desiderio. Per le donne ciò che accade nelle 24 ore che precedono la penetrazione finisce col fare parte dei preliminari; per gli uomini, solo quanto accade nei tre minuti precedenti.

Un consiglio agli Uomini: Fiori, cioccolatini e parole dolci danno sempre buoni risultati per far sbollire la rabbia della vostra donna ma se la vostra intenzione è quella di una notte di passione, ricordatevi di non far innervosire nè criticare la vostra Donna o molto probabilmente dovrete attendere 24 ore prima di fare sesso…”

Da “Il cervello delle donne” di Louann Brizendine.

 

  • La coppia non progettuale

Nella coppia dove viene a mancare la progettualità, entrambi i partner si trovano in una posizione di svantaggio per la coppia: sono troppo distanti per reggere insieme il “tempio dell’amore”, sono troppo distanti affinché la forza di attrazione possa operare.

In una coppia dove manca un progetto di vita, il desiderio sparisce, soprattutto nel partner che vuole “costruire”.

Ci unisce l’amore, ma non solo: noi siamo anche il retaggio del nostro passato antropologico, noi siamo anche tutte le reazioni chimiche che accadono dentro di noi. Le emozioni si intrecciano con la biologia.

Il desiderio nel suo significato primario ha una funzione precisa nella preservazione della specie: due individui di sesso diverso si incontrano per dare vita a un terzo individuo.

Sembra strano in questi tempi dove il sesso si è staccato da finalità riproduttive, e invece no: nella sessualità questo istinto c’è ancora e dobbiamo esserne coscienti.

Il desiderio sessuale in un’accezione più ampia significa staccarci dalla nostra infanzia, andare incontro al nostro futuro, costruire.

Se nella coppia viene meno la progettualità, il volere comune di costruire qualcosa, il sintomo è spesso l’astinenza sessuale come non accettazione di una sessualità fine a sé stessa.

La costruzione non significa necessariamente mettere al mondo un figlio, ma può tradursi in altri progetti in grado di smuovere la staticità della coppia.

 

  • La coppia stanca

Questa tipologia di coppia rappresenta la situazione che con più frequenza si manifesta nella coppia sana, nella coppia cioè dove non vi sono importanti disturbi della modalità relazionale.

C’è tanto nella vita di una coppia matura: lavoro, figli, problemi…chi ha il tempo di pensare anche al sesso?

Se il calo di desiderio sessuale è solo imputabile alla stanchezza, la coppia ha buone possibilità di ritrovare il proprio appagamento sessuale; se dietro la stanchezza si nascondono altre cause, le cose si fanno più ardue ma per questa eventualità leggete le altre tipologie.

Se la stanchezza ci attanaglia, che si fa? Serve che la coppia si allei nel trovare spazi di rigenerazione, nel trovare momenti da dedicarsi appieno.

È necessario ristabilire le priorità e includervi la soddisfazione sessuale.

Può sembrarvi poco spontaneo ed in effetti lo è ma considerando il nostro carico di stress quotidiano se ci accontentiamo di fare l’amore solo nei rari momenti in cui ci partono in modo spontaneo gli ormoni, la nostra attività sessuale può ridursi quasi a zero. Il desiderio spontaneo è pia illusione nella fase matura di una relazione.

Non abbiate paura, provate! È un po’ come per la fame…”l’appetito vien mangiando” si dice ed è così anche per il sesso.

Per il benessere della coppia ma anche per il benessere personale è necessario fare l’amore: facendo l’amore il nostro organismo rilascia una serie di sostanze che ci portano uno stato di piacere interno, di appagamento, di soddisfazione.

Sapete bene come ci si sente dopo aver fatto l’amore in modo appagante: rilassati, di buon umore, ci si sente anche più belli e desiderabili.

Da questo stato di abbondanza si affrontano tutte le situazioni in un modo più pacato e adeguato.

Nel fare l’amore si rinnova la vicinanza e la complicità col nostro partner, recuperiamo energia e buon umore.

 

Conclusione

Dopo questa parziale panoramica, vorrei concludere riprendendo il discorso iniziale.

Due sono le cose importanti per il benessere della coppia:

  1. Ogni partner deve lavorare sul proprio carattere per uscire da meccanismi automatici che rendono limitata l’esperienza di essere adulto nella coppia.
  2. È importante che la coppia sia consapevole della naturale evoluzione della relazione.

Se siamo coscienti che dopo il primo periodo di passione deve prendere il posto una relazione adulta e volitiva, allora darsi degli appuntamenti amorosi, viversi l’attesa, decidere quando fare l’amore e regalarsi del tempo esclusivo, può diventare un gioco divertente, un modo di essere complici, una possibilità per ringiovanire la coppia giorno per giorno e, soprattutto, per riaccendere il desiderio. Buon amore!

Dopo questo lungo viaggio nelle dinamiche della coppia andiamo ad aggiungere un fattore che complica le cose, la psoriasi inversa. Tra tutte le forme di psoriasi è quella che più di ogni altra influenza la vita intima, visto che colpisce spesso proprio gli organi genitali.

Lasciamo sempre a Claudia il raccontarci le dinamiche che possono essere affrontate per avere la meglio anche su questo aspetto.

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Quando la psoriasi interessa le zone genitali oltre al disagio provocato dal prurito ed il dolore per il bruciore, può avere un impatto estremamente rilevante sulla nostra intimità e sulla vita di coppia. C’è chi teme di rimanere senza un partner e di dovere escludere dalla sua vita qualunque relazione intima e c’è chi ha già rinunciato al sesso per vergogna, stress, disagio e dolore. L’impatto psicologico di questo disturbo sulla qualità della vita può essere devastante.

C’è chi si astiene dal fare l’amore perché non vede via d’uscita al problema, spesso i rapporti possono diventare complicati, provocano bruciore, dolori, prurito e il peggioramento delle placche. A ciò si correla un calo del desiderio sessuale e molte volte per risparmiarsi queste sofferenze la soluzione è per tutti, o quasi, quella di evitare i rapporti.

In questo scenario, dunque, la psoriasi inversa è in grado di smontare completamente la nostra identità sessuale perché va ad intaccare la nostra componente erotica, il nostro sex appeal, la nostra idea di intimità e sessualità ed è capace di mandare in tilt la vita di coppia.

Non solo…questa condizione provoca inevitabilmente irritabilità, apatia, depressione, ansia andando ad attaccare la sfera psicologica della persona.

Pensate che il termine Isteria, dal greco Hystera=Utero, è stato utilizzato nella psichiatria dell’800 per indicare una tipologia di attacchi nevrotici molto intensi che colpiva prevalentemente le donne e a cui seguiva spesso una fase emozionale molto intensa, in cui il soggetto compiva azioni imprevedibili ed esprimeva con poche parole o gesti sentimenti molto profondi, in uno stato semi-allucinatorio.

Nell’antica Grecia si considerava che la causa di sintomi di questo tipo nelle donne fosse legata all’utero e ad una compromissione della vita sessuale.

Sigmund Freud fondò buona parte delle sue teorie sullo studio di questo tipo di situazioni patologiche, cercando di capirne il meccanismo scatenante per trovarne la cura.

La componente affettiva e sessuale è un aspetto rilevante nella vita di ogni individuo. Se non si affronta in modo tempestivo il problema ma lo si continua a rimandare, può mettere a dura prova il benessere psicologico e fisico della persona e della vita di coppia, perché il vostro partner potrebbe non capire e sentirsi confuso davanti a un vostro rifiuto.

Anche per questo è così importante prendere la propria vita a due mani, accogliersi nella difficoltà e scegliere di trovare la via d’uscita facendosi aiutare.

Vi siete mai chiesti cos’è che vi fa stare male? Che cosa vi fa sentire in imbarazzo nel fare l’amore? Cosa non riuscite a gestire?

Migliorate il vostro dialogo interiore rispondendo a questi semplici quesiti, appuntateli su un foglio, rileggeteli ed acquisitene consapevolezza.

Per quanto imbarazzante possa sembrare, il primo passo da compiere è superare il «muro del silenzio» e parlarne!

Nella maggior parte dei casi i dottori non vengono messi al corrente di tutti i disagi causati dalla malattia.

Meno del 50 % dei pazienti infatti dichiara apertamente al proprio medico le sofferenze, psichiche e fisiche, dovute alle irritazioni croniche delle zone genitali, dal prurito, al disagio, al rossore e al bruciore.

Dobbiamo pensare alla gravità della psoriasi definendola non solo come percentuale del corpo coinvolta, e quindi estensione della malattia, ma anche come impatto emotivo e psicologico sulla qualità di vita dei pazienti.

Parlatene e parliamone insieme, in questo spazio e gruppo di sostegno e aiuto reciproco in cui tante volte ci viene facile parlare di noi, di come ci sentiamo e di cosa viviamo nella quotidianità.

E parlatene con il vostro medico, con il vostro psicologo, con il vostro partner…concedetevi il potere liberatorio di parlare di voi e di come vi sentite. Spiegate che cosa vi mette a disagio nella vita intima e datevi tempo per trovare nuovi ritmi, modi e spazi nell’amore e nella vita di coppia.

Reinventarsi nell’amore può essere stimolante per la coppia.

 

A cura di: dott.ssa Claudia Araseli Scarlatella, Psicologa