E se il problema non fosse solo il glutine… ATIs alla scoperta di una classe proteica

ATIs alla scoperta di una classe proteica

 

Ormai da diversi anni in ambito di medicina funzionale si parla di glutine, intolleranza al glutine, e si descrivono i danni del glutine a livello intestinale.

Lo abbiamo fatto anche noi, e molto bene per quello, puoi trovare articoli molto recenti in cui ne parliamo in modo molto approfondito:
https://www.psoriasimetodoapollo.com/permeabilita-intestinale-2020/
https://www.psoriasimetodoapollo.com/sensibilita-al-glutine-non-celiaca-ncgs/

Nella nostra pratica però abbiamo visto spesso casi in cui anche rimuovendo il glutine ed usando cereali considerati sicuri per un celiaco, come il mais ad esempio, in molte persone si verificano casi di cross-reattività e non si assiste alla remissione della sintomatologia come noi ci aspetteremmo.

Abbiamo sempre pensato che il motivo fosse contenuto nelle varie prolammine dei cereali deglutinati, come la zeina del mais ad esempio, ma la spiegazione non ci convinceva del tutto, e siccome siamo sempre molto curiosi e avidi di approfondimento abbiamo scoperto che esiste una importante classe proteica contenuta nel seme del cereale che poi diventerà farina, che solo molto recentemente è stata collegata all’attivazione di massicci meccanismi infiammatori a livello intestinale.

È assai probabile che questa sia tra le prime volte che sentirai questa sigla, ma ti assicuro che quello che leggerai è straordinariamente interessante e merita attenzione e approfondimento.

(W)ATI’S – WHEAT AMYLASE-TRIPSINE INHIBITORS

Cerchiamo di capire cosa sono e che scherzetti combinano al nostro sistema immunitario intestinale.

Per approfondire tutto questo meccanismo abbiamo scelto uno studio estremamente approfondito sull’argomento, pubblicato su Gastroenterology nel 2017:

Nutritional Wheat Amylase-Trypsin Inhibitors Promote Intestinal Inflammation via Activation of Myeloid Cells
Victor F. Zevallos,1,2 Verena Raker,2,4 Stefan Tenzer,2,3 Carolina Jimenez-Calvente,1,2 Muhammad Ashfaq-Khan,1,2 Nina Rüssel,1,2 Geethanjali Pickert,1,2 Hansjörg Schild,2,3 Kerstin Steinbrink,2,4 and Detlef Schuppan

Il paper è reperibile in maniera gratuita a questo link:
https://www.gastrojournal.org/article/S0016-5085(16)35503-2/pdf

Per cercare di identificare questa classe proteica occorre fare un piccolo elenco delle proteine che il grano contiene:

  • Il principale costituente è il glutine, per circa l’80%, composto da gliadine monomeriche e glutenine polimeriche.
  • Albumine e globuline per un 20%, tra queste due frazioni proteiche troviamo circa 14 famiglie di proteine, tra le quali le ATIs, B-amilasi, perossidasi, LTP, serpine e altre classi minori.

Le ATIs sono proteine che hanno due scopi, da una parte la difesa del materiale genetico, sono proteine che inibiscono l’attività di amilasi e proteasi, che normalmente digerirebbero il materiale nobile presente nel chicco e il relativo contenuto amidico, e dall’altra sembra che regolino anche il timing con il quale l’amido deve essere consumato dal seme per la crescita dell’endospermio, non dimentichiamo che alla fine l’amido è il nutrimento della nuova piantina che deve nascere, siamo noi a sottrarlo per nostro uso e consumo.

Quello che si è visto nello studio è che le ATI’s sono potentissimi attivatori della linea monocitaria tramite stimolazione del TL4-MD2-CD14 complex, che comporta a livello di fattori di trascrizione sia l’attivazione della via classica del NFKB, che la via parallela del IFN responsive factor 3 con il successivo rilascio di citochine infiammatorie.

Per essere un po’ meno complicati da capire cerchiamo di chiarire il meccanismo:

Un sensore, che il TLR4, sente che c’è una sostanza che è possibilmente un pericolo, la sua attivazione comporta l’attivazione di fattori che nel nucleo comportano la sintesi di proteine legate all’infiammazione, che sono le interleuchine e le varie citochine infiammatorie, che richiamano e attivano le altre cellule del sistema immunitario.

La cosa particolare è che le ATI’s sono proteine ricchissime di ponti disolfuro, molto resistenti al calore e alla digestione, le possiamo suddividere in 3 classi:

  • ad alto peso molecolare, 50-60 KDa
  • a medio peso molecolare, 24-30 KDa
  • a basso peso molecolare, 12-15 KDa

Il grano esaploide, che in pratica è il normale grano Triticum vulgare che è la varietà più coltivata ed usata al mondo, si definisce esaploide perché ha 6 coppie di ogni cromosoma, per tutta la serie di incroci al quale è stato sottoposto, e con oltre 17 miliardi di basi contiene un genoma 10 volte più grande di quello umano.

Questo si traduce in una produzione proteica enormemente varia e con un quantitativo proteico trascritto e tradotto davvero massiccio, che comporta una percentuale di glutine e di ATIs molto superiore a qualsiasi altro cereale.

Lo studio approfondisce proprio il legame tra la quantità di cromosomi, e quindi la minore elaborazione genetica e la quantità di materiale proteico presente.

Lo studio ci dice che questa classe proteica è un trigger per malattie infiammatorie, metaboliche ed autoimmuni (citazione testuale tradotta).

Quantificazione della produzione di IL8 a seguito del consumo delle varie classi cerealicole

Lo studio è molto preciso nella quantificazione della risposta infiammatoria a seguito dell’ingestione dei vari cereali, in vivo, in vitro, nel modello umano e nel modello murino, dando un quadro molto dettagliato dei meccanismi immunologici coinvolti e ci dice che la risposta del TLR4 non è molto diversa rispetto a quella dell’LPS batterico, per cui il TLR4 è specifico.

Quantificazione della produzione di IL8

Lo studio è molto bello proprio perché confronta l’effetto infiammatorio di un estratto purificato delle sole ATI’s, quindi senza glutine, in modo da isolare solamente l’effetto infiammatorio di questa classe proteica e non del complesso proteico nel suo insieme.

Come appare molto chiaro, la farina di frumento è di gran lunga il maggiore trigger di increzione di IL8, esplicando la massima attività infiammatoria.

È interessante notare che anche pseudocereali come il Teff, il miglio e la quinoa hanno una discreta azione infiammatoria, oltre che legumi come la soia e le lenticchie.

Riso e patate anche in questo caso si rivelano tra le migliori fonti di amido possibili, contenendo una minore quantità di ATI’s e a basso peso molecolare, quindi meno attivanti.

Si è calcolato che questo effetto infiammatorio si esplica già con una assunzione media di 0.5-1.5 grammi al giorno di ATIs, contro 15-30 grammi di glutine, basati sul consumo medio giornaliero in una dieta occidentale.

Lo studio suppone che le ATIs possano avere quindi un effetto infiammatorio addirittura più marcato di quello del glutine, e finanche maggiore rispetto allo stesso LPS batterico che potendo essere più facilmente inattivato dal succo gastrico e dalla fosfatasi alkalina epiteliale viene gestito meglio dal nostro organismo.

Le ATIs arrivino in pratica indenni fino al retto, scatenando infiammazione lungo tutto il tratto intestinale.

Lo studio si conclude con un consiglio che ci sentiamo di condividere a pieno, in chi soffre di malattie autoimmuni, IBS, o abbia comunque tendenza all’infiammazione intestinale, il regime dietetico previsto non dovrebbe tenere solo conto del glutine, ma dovrebbe analizzare l’intero complesso proteico ad attività immunogena, primo tra i quali il complesso delle ATIs.

Con questo articolo chiudiamo, per un po’, la discussione legata alla permeabilità intestinale, questi 3 articoli fanno davvero il punto della situazione in maniera molto approfondita.

Con la Dottoressa Cavallini abbiamo affrontato molto bene questo discorso anche durante una diretta nel nostro canale, commentando ed approfondendo questi articoli, puoi trovare l’intero video qui:
https://www.youtube.com/watch?v=e5KIKIHXd-o

Siamo certi di averti dato informazioni preziose, che certamente approfondiremo ulteriormente in futuro, sia per tutti che per i professionisti nella nostra piattaforma di formazione per il personale sanitario.

Ringraziandoti per l’attenzione, ti invitiamo ad esporre ogni tuo dubbio o curiosità sul gruppo, ne discuteremo molto volentieri.

Ad Majora